LA RIFLESSIONE – L’Istituto Comprensivo di Caselle: “Un bell’esempio di consapevolezza civile”


E’ di ieri un articolo apparso su Il Fatto Quotidiano, a firma di Nando Dalla Chiesa, che parla della città dell’aeroporto e in particolare della sua scuola, luogo effervescente “per fare crescere buoni cittadini”.

di Giovanni D’Amelio (gio.damelio@libero.it)

Nando Dalla Chiesa a Caselle lo scorso 27 novembre

Nando Dalla Chiesa a Caselle lo scorso 27 novembre

La città di Caselle, così come la vicina Borgaro, in tempi recenti sono spesso finite alla ribalta dei media nazionali per brutti fatti di cronaca o per l’esternazione di improbabili posizioni politiche sui Rom da parte di alcuni amministratori comunali. Generando discussioni di ogni tipo e dipingendo più delle volte in negativo le comunità di riferimento. Ogni tanto, però, accade che qualche giornale a tiratura nazionale, per esperienza diretta con la realtà da parte di chi firma l’articolo, si accorga che queste comunità sono animate da valori, progetti ed azioni di grande spessore in grado di coinvolgere a più livelli cittadini ed istituzioni.

E’ il caso de Il Fatto Quotidiano, che ieri ha pubblicato un articolo dal titolo “Contro le mafie e il femminicidio La lezione dei tredicenni di Caselle” firmato da Nando Dalla Chiesa, docente universitario, scrittore e politico, che circa una ventina di giorni fa è stato invitato a Caselle, durante la settimana contro la violenza sulle donne, per partecipare ad un incontro con gli studenti della scuola media e parlare anche di criminalità organizzata. Un’esperienza che ha colpito favorevolmente il professore, tanto da indurlo a scriverne appunto un articolo che pone al centro l’Istituto Comprensivo della città, definito da Dalla Chiesa “una scuola piena di idee e di vita”.

“Dovreste vederli gli alunni di Caselle – si legge nel pezzo – mentre si raccolgono in un piccolo auditorium a parlare di mafia, nel Piemonte in cui per anni il procuratore Caselli con i suoi sostituti ha sudato sette camicie per convincere i tribunali che quella era questione anche piemontese. Hanno lo sguardo interrogativo, alle spalle letture e discussioni in classe. Ciascuno ha in mano un biglietto con una domanda. I Salvatore e le Monica di Caselle sono stati predisposti a usare bene l’occasione. L’ospite se ne accorge e li invita a dialogare senza biglietti. Funziona effettivamente così. Compresa la domanda che sta più a cuore a tutti: perché un ragazzo un po’ più grande di loro può essere affascinato dalla mafia o dalla camorra. Perché ci si avvicina, o ci entra dentro”.

Dalla Chiesa cita quindi quelli che secondo lui sono gli artefici di questa esperienza da portare all’attenzione dell’Italia intera. A partire dalla dirigente dell’Istituto, Loredana Meuti, “signora che di buona cultura deve averne respirata molta”, all’assessore Erica Santoro “che sembra dar l’anima per mettere la politica a disposizione di questa scuola di cui tutto sa, dai progetti civili alla porta del bagno da riparare”, al Sindaco Luca Baracco, presente nonostante “sa il cielo quanti siano gli impegni improrogabili dei sindaci di paese che ti mandano i loro saluti”. Per il docente “si forma insomma pian piano la sensazione che accanto all’aeroporto sia cresciuta in una felice combinazione chimica una bella comunità”.

L’articolo si chiude parlando del Gruppo Noi “un progetto sulla legalità con il sostegno del Tribunale dei minori: all’indice il bullismo” di Cittadinanza e pari opportunità e delle collaborazioni educative della scuola con il Gruppo Abele e con Libera. “Chi vede tutto questo da vicino – chiude Dalla Chiesa – lo trova costruttivo, interessante. Ma chi arriva da fuori vi trova come per magia una voglia di riconciliarsi con il mondo

Naturalmente, Caselle non è immune da problemi, disservizi e critiche, ma è bene sottolineare anche tutto il buono che fa di questa città una comunità “effervescente per fare crescere buoni cittadini”.


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