Sulle prospettive di sviluppo e di utilizzo del polmone verde alle porte di Borgaro pubblichiamo un intervento dell’ex presidente dell’ATA (Associazione Tutela Ambientale) di zona.
di Giuseppe Crova
I continui tentativi di speculazione sulle aree Borsetto sempre combattuti, il Comune di Borgaro che si opponeva alla circonvallazione di Venaria. Due esempi che negli anni ’90 vedevano l’ambientalismo protagonista e le amministrazioni comunali che gareggiavano per essere le migliori. In questo contesto nasceva il parco Chico Mendes, 21 anni fa.
L’inaugurazione, la ricordo bene, era stata una grande festa ed il parco era diventato, in breve tempo, punto di riferimento per tanti borgaresi. Poi è arrivato il periodo degli spettacoli estivi, troppo invadenti, che si è chiuso in una parentesi di qualche anno, così il “Chico” è tornato ad essere un posto a fruizione nuovamente locale. Tanto che oggi è un luogo consueto per le attività ludico sportive dei nostri concittadini. Non esiste altro spazio paragonabile in città.
Detto questo, per pensare ad una evoluzione del parco, è bene analizzare le sue criticità. Il peccato originale è stato l’isolamento ciclopedonale dell’area, a due passi, in linea d’aria, dal parco della Mandria, a cui va aggiunto l’errore di inserire anche il Mendes nell’area del preparco, ponendo quindi dei vincoli reali e con una sorveglianza maggiore. E rispetto delle regole per vivere l’area verde, soprattutto da parte dei “MERENDEIROS” della domenica.
Esisteva una viabilità secondaria locale per raggiungere il parco dal concentrico, senza quindi la necessità di transitare su via Lanzo, ma con la realizzazione della circonvallazione di Venaria questa opzione è divenuta impraticabile. Senza dimenticare che una volta giunti al parco, il collegamento con la rete ciclabile delle Valli di Lanzo non esiste, occorre utilizzare necessariamente lo “stradone” per collegarsi alla pista lungo la Stura, a Caselle. Stesso discorso vale per raggiungere Torino.
A breve distanza dal Chico, c’è il già citato parco della Mandria, impossibile da raggiungere, eppure una passerella ciclopedonale accanto al ponte della Ciriè – Lanzo, permetterebbe un accesso semplice.. Treno + bici, un sogno.
Molti sono gli interventi possibili da realizzare, ma nessuno, in questi anni, ha provveduto, ed il pregresso si accumula. Più mezzi di trasporto ambientalmente compatibili, e meno auto, sono essenziali per il futuro del parco, che ribadisco, è una realtà importante per tutti i borgaresi e non solo.
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