Dopo il centro destra, anche la componente di governo della cittadina si appresta a presentare un documento per arginare i disagi provocati dai Rom del campo Aeroporto sul mezzo di trasporto.
di Giovanni D’Amelio
Borgaro/Torino – Sono cronaca di queste settimane le affermazioni del Ministro dell’Interno Alfano e dal Presidente dell’Anci, nonché Sindaco di Torino, Fassino che parlano di superamento definitivo dei campi nomadi in Italia. I due non hanno per ora specificato il come e il quando, dichiarando genericamente la necessità di “soluzioni abitative più civili per i Rom”. E questo all’indomani del pronunciamento del Tribunale civile di Roma che ha giudicato discriminatoria qualsiasi soluzione abitativa di grandi dimensioni diretta esclusivamente a persone appartenenti a una stessa etnia. Un problema non da poco visto che in tutta la penisola si stima il numero di circa 40 mila persone che vivono nelle baraccopoli dei campi sosta, più delle volte in situazioni igieniche e di sicurezza al limite.
IL CAMPO TORINESE DELL’AEROPORTO – Nel capoluogo piemontese sono 4 le aree autorizzate dal Comune. Tra questi c’è quello di strada dell’Aeroporto, risalente agli anni ’70, ai confini con Borgaro, dove vivono quasi 200 Rom di diverse etnie. Questa diversità ne fa un’area ad alta litigiosità, tanto che un questi ultimi anni l’amministrazione comunale torinese ha speso oltre un milione di euro di fondi statali per allestire un’area vicina, ma separata, per mitigare in parte questo problema. Le criticità, però, sono legate anche alla difficile convivenza che gli abitanti del campo hanno con chi vive nella zona. I cittadini borgaresi, ad esempio, lamentano continuamente furti, per non parlare della linea di trasporto pubblico 69, diventato un caso nazionale verso la fine dello scorso anno con la proposta provocatoria del Sindaco Claudio Gambino di utilizzare navette dedicate esclusivamente ai Rom.
UNA NUOVA MOZIONE A LUGLIO – In tema di salvaguardare l’incolumità dei cittadini borgaresi che utilizzano quotidianamente il 69, a luglio la maggioranza di centro sinistra presenterà in Consiglio Comunale un documento a tema da inviare all’amministrazione Fassino. “Per noi – afferma Gambino – rimane centrale tutelare la sicurezza degli abitanti borgaresi, soprattutto studenti, che utilizzano il mezzo di trasporto. Non ci stancheremo di battere su questo tasto finché non vedremo dei reali miglioramenti della situazione”. L’atto consiliare di cui parla il Sindaco segue di qualche settimana quello presentato dalla minoranza di centro destra del gruppo Gruppo Latella. Questa mozione, bocciata dall’assemblea, chiedeva in sostanza la chiusura del campo non autorizzato di strada Aeroporto in maniera da tutelare maggiormente i passeggeri del bus 69. Ci si chiede in cosa differirà il nuovo testo promesso dal primo cittadino.
PROGETTO “LA CITTÀ POSSIBILE” – C’è chi chiede interventi di pubblica sicurezza e chi opera tutti i giorni nei campi per organizzare una linea di intervento socio-educativa e sanitaria rivolta alla popolazione che li abita. E’ il caso del progetto “La città possibile” un’iniziativa a favore della popolazione Rom gestita da 6 organizzazioni per conto della Città di Torino. Il piano, finanziato dal Ministero degli Interni, ha preso il via nel dicembre del 2013 e si concluderà alla fine di quest’anno. “Scopo del progetto – spiega Massimiliano Ferrua, responsabile dell’intervento – è realizzare percorsi efficaci di integrazione e di cittadinanza per circa 1.300 persone di etnia Rom che abitano oggi nelle aree sosta autorizzate e non autorizzate della Città. Nei campi di strada dell’Aeroporto e di via Germagnano operiamo principalmente sulla mediazioni dei conflitti, tutelando le famiglie più fragili (nuclei con bambini piccoli e con malati, coppie di anziani soli). In altri campi, invece, come quello di Lungo Stura Lazio, l’azione è rivolta primariamente all’inclusione sociale ed abitativa, con inserimenti in case/strutture, ricerca lavoro e regolarizzazione amministrativa dei Rom”.
SUPERARE I CAMPI ROM – Anche secondo Ferrua la direzione da intraprendere è quello dello svuotamento delle aree sosta. Al momento però non esiste a Torino, come nel resto della penisola, un piano d’azione che vada in questa direzione. Esiste, però, a Settimo Torinese, un esempio concreto di come questo superamento possa essere ragionato. Parliamo dell’esperienza del Dado, dove da alcuni anni vivono famiglie di ex nomadi strappate alla miseria dei campi abusivi. Qui ci sono solo appartamenti e una serie di regole che gli inquilini devono rispettare: i figli a scuola, un lavoro, stare alla larga della criminalità. Un patto di cittadinanza che al momento sta funzionando.