La proposta è stata respinta dal Consiglio Comunale (incassando solo i tre voti del Gruppo Latella, promotori del documento), ma dalla maggioranza si è tentato di emendarne il testo.
di Giovanni D’Amelio
BORGARO – “Chiudiamo i campi Rom” è uno slogan che una certa frangia politica di destra da tempo cavalca per dire la sua sulle aree destinate in tutta Italia alle popolazioni nomadi. Un’affermazione condivisa da tantissimi cittadini, ma che nei fatti sembra decisamente poco realizzabile. La stessa richiesta è partita anche da Borgaro, proposta dal gruppo di minoranza Latella, che ha presentato una mozione nel Consiglio Comunale dello scorso 14 maggio contro il campo di Strada Aeroporto. In particolare il documento chiedeva al Sindaco di Borgaro di rivolgersi alle autorità competenti per sgomberare l’area abusiva del campo e fissare regole più dettagliate per la parte autorizzata, destinandola ad area di sosta temporanea e a pagamento. Tutto questo per rendere più sicuro l’utilizzo da parte dei cittadini della linea di trasporto 69. La mozione non è stata approvata (incassando solo i tre voti dei latelliani), ma dalla maggioranza si è tentato di emendarne il testo, dimostrando di condividere il principio di base della proposta. Ma è possibile chiudere un campo Rom? A ripercorrere la vicenda dell’area di Lungo Stura Lazio la cosa al momento sembra molto difficile. Dopo la sentenza di sgombero emessa dal Tribunale di Torino il Comune capoluogo ha proceduto alla chiusura dello spazio, ma è stato bloccato dalla Corte Europea dopo il ricorso di cinque famiglie che vivevano nel campo. In particolare l’Europa ha chiesto all’amministrazione torinese di dare informazioni sulla sistemazione alternativa degli occupanti. Una richiesta cruciale che da tempo è allo studio del progetto “La città possibile”, un intervento gestito da 6 organizzazioni per conto del Comune di Torino che dovrebbe dare i primi frutti entro la fine di quest’anno. “Lo scopo del Progetto – si legge nella presentazione – è realizzare percorsi efficaci di integrazione e di cittadinanza per circa 1.300 persone di etnia Rom che abitano oggi nelle aree sosta autorizzate e non autorizzate della Città di Torino. Le persone sono selezionate, di comune accodo con i servizi della Città e con la Questura, sulla base di caratteristiche e requisiti amministrativi, sociali e di sicurezza pubblica”. I politici borgaresi quindi, sia di maggioranza sia di minoranza, nelle prossime mozioni a tema tengano conto di questi elementi. Almeno per non prendere in giro i cittadini.