La Staffetta Partigiana ha chiuso il ciclo di incontri della rassegna “Donne che cambiano”


CASELLE – Presso Palazzo Mosca, si è tenuto l’ultimo dei quattro appuntamenti incentrati sulla figura femminile. Ospite Nicoletta Soave, una signora che ha contribuito a cambiare la storia.

di Alessia Sette

2Nella serata del 29 marzo, nella Sala consiliare di Palazzo Mosca, si è concluso il percorso promosso e organizzato dall’assessora alle Pari Opportunità, Angela Grimaldi, che per quattro martedì di marzo, a partire dall’8,  ha visto protagoniste diverse donne con vissuti altrettanto differenti, ma con una grande forza e determinazione in comune. Una rassegna che è iniziata con il tema della mafia, poi della disabilità, proseguendo con quello della discriminazione e l’immagine e concludendo con la Resistenza, si è realizzato un cammino, che oltre a fare conoscere realtà inaspettate e poco conosciute, ha lasciato un segno facendo rivivere al pubblico, in ogni appuntamento, quelle emozioni, storie e paure che le ospiti hanno provato.

Nicoletta Soave, così, ha raccontato con naturalezza e sentimento il suo vivere da staffetta partigiana, portando il pubblico in sala indietro nel tempo. La serata si è aperta con la proiezione di un video con protagonista Tina Anselmi, partigiana e politica italiana, che nel 1976 diventò prima donna Ministro in Italia (del Lavoro e della Previdenza Sociale) nel governo Andreotti e poi Ministro della Sanità. L’assessora Grimaldi ha narrato brevemente la storia di Anselmi e quella di altre due donne importanti, Gisella Floreani e Nilde Iotti.  “Grazie a donne come queste che noi oggi siamo qui, esse hanno lottato per l’uguaglianza di tutti i cittadini senza distinzione di sesso, e noi dobbiamo proseguire il loro lavoro, con le pari  opportunità”.

A seguire ha preso la parola Loredana Bagnato, che durante la rassegna ha sempre dato voce ai pensieri delle ospiti, ma questa volta ha improntato l’incontro con Nicoletta come un dialogo familiare in cui poter vagare liberamente tra i ricordi che si mischiano al presente. Bagnato dopo avere fatto una ricerca sulla Resistenza astigiana, è venuta in contatto con Soave, che nonostante i suoi 90 anni, mostra ancora quello spirito combattivo di quando faceva la staffetta partigiana. Nicoletta ha iniziato il suo racconto, partendo dalla prima volta in cui decise di offrirsi per portare altrove un’arma nascosta sotto la maglia e da lì tutti i km che a piedi e con la bicicletta faceva tra i fascisti, arrivando a farsi arrestare diverse volte, ma sempre pronta  a difendere gli ideali di libertà contro il Duce. Durante la serata sono stati evocati diversi e affascinanti ricordi, come quello su “Rocca” un uomo, una sorta di Robin Hood, che organizzava le varie staffette e che tutte le donne ammiravano. Alla domanda poi della Grimaldi su come sia stato essere una donna in quel periodo storico, Nicoletta ha risposto: “Stare tra gli uomini, aiutare i nostri uomini, per me e le mie amiche era una cosa naturale: non c’era paura o disagio, ma solo entusiasmo e fratellanza. Con le mamme di notte, di nascosto, cucivamo maglioni e abiti per i partigiani e questo ci rendeva orgogliose, e se per caso per tre giorni non ricevevo una missione da portare a termine, mi sentivo vuota, dovevo sempre fare qualcosa. Ho avuto pure un nome di battaglia ‘Mirca’, necessario per farci riconoscere all’interno del gruppo, ma allo stesso modo per non renderci conoscibili all’esterno”.

L’incontro è stato chiuso dall’intervento del Sindaco Luca Baracco: “Nicoletta è una donna straordinaria, per la storia che ha vissuto e per come sa riproporcela.  Ci sono stati due fili conduttori in questi quattro appuntamenti: le donne che cambiano nel tempo, ma che cambiano anche il mondo e la lotta per i diritti, che devono esistere per tutti nei fatti e non solo enunciati. Questo incontro è stato come una medicina, perché ormai la nostra società è malata di indifferenza. L’indifferenza in una reazione a catena genera l’oblio, poi l’ignoranza, il sospetto e così la paura che sfocia in odio e violenza. Solo conoscere ci permette di andare avanti, e Nicoletta è davvero una persona importante, poiché ha saputo raccontare in modo semplice cose straordinarie”.

Infine, l’ANPI di Caselle, per la sezione Renato Martorelli ha consegnato a ciascuno un libricino “Quella maledetta sera in casa Arduino”  per il 71° Anniversario della Liberazione. Poi, come di consuetudine, Piero Ferroglia, casellese dell’anno, ha donato una sua opera alla ospite.


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Alessia Sette