L’INTERVISTA – “Con la biomassa avremo meno emissioni e più risparmi economici”


CASELLE/ BORGARO – Alcuni giorni fa abbiamo parlato della quotazione in borsa di Cogenpower PLC. Su questo ed altro, Francesco Vallone, amministratore delegato del gruppo, ha risposto ad alcune nostre domande.

di Giovanni D’Amelio

Francesco Vallone

Francesco Vallone

Perché la quotazione dell’azienda è avvenuta a Londra e non a Milano? C’è un motivo specifico? Chi entra a Londra è perché ha qualcosa di diverso da presentare. Noi siamo in possesso di una tecnologia che abbiamo sviluppato gestendo in questi anni la centrale di Borgaro, arrivando a creare un distretto energeticamente efficiente. Quindi un impianto completamente automatizzato, focalizzato non sul grande centro abitato, ma su una piccola comunità, e in grado di soddisfare una domanda fino a 50mila abitanti. La nostra esperienza è piaciuta molto in Inghilterra perché la gente preferisce vivere nelle cittadine vicine a Londra e meno nella metropoli. C’è stato quindi un buon input da parte di alcuni fondi di investimento che ci hanno permesso di arrivare alla quotazione. A Londra, inoltre, perché vorremmo espanderci in Europa, ma anche negli Stati Uniti e Canada. Se volevamo svilupparci solo in Italia potevamo tranquillamente quotarci a Milano.

Mentre in Italia? Nei piccoli centri limitrofi a Borgaro? Ci sono delle cittadine, in zona e fuori zona, non ancora servite dal teleriscaldamento su cui stiamo ragionando. In questi anni ci siamo concentrati molto sulla quotazione in borsa, ora possiamo tornare a guardarci intorno.

Può dirci qualcosina in più sulle cittadine della zona? Per ora non possiamo dire nulla, ma prossimamente saremo più precisi.

Parliamo della centrale a biomasse di via Mappano. A che punto siamo? I lavori sono iniziati a marzo dello scorso anno e ad oggi siamo perfettamente nei tempi. A dicembre 2015 abbiamo acquistato dalla ESSETI Energia una centrale di Alessandria esattamente uguale a quella che vogliamo realizzare a Borgaro. Abbiamo concluso i contratti di approvvigionamento e stiamo sperimentando su quel macchinario il tipo di controllo che vorremmo applicare poi a quello borgarese. Bisogna tenere conto, infatti, che la centrale di Borgaro non è completamente nuova e la parte a biomasse deve innestarsi nel modo migliore con quella esistente in modo da non creare scompensi. Stiamo rispettando il cronoprogramma ed entro l’estate del 2017 l’ampliamento sarà ultimato e pronto per i collaudi.

E sull’approvvigionamento del legname da utilizzare e il relativo trasporto? L’impianto di Borgaro funzionerà con legna non trattata e certificata. Parliamo del pioppo di scarto non utilizzato in altri processi produttivi. In questa fase stiamo individuando i futuri fornitori che saranno sicuramente italiani, provenienti in buona parte dall’alessandrino. Sul trasporto abbiamo fatto una stima e i Tir che dovrebbero transitare nella zona sono meno del 5% del totale del traffico attuale. La centrale comunque sarà ibrida e verrà alimentata per l’80% con fonti rinnovabili, mentre il resto sarà a gas metano.

Parliamo di teleriscaldamento. Il grosso dei contratti con i vari condomini scadrà tra un paio d’anni. Prevedete problemi nel rinnovo? I contratti inizialmente erano di dieci anni, ma nel frattempo ne abbiamo rinnovati diversi, circa il 20%. Attualmente stiamo promuovendo una campagna per dare il massimo beneficio in termini di risparmio economico con il passaggio alla biomassa.

Critiche sul funzionamento? Reclami ne abbiamo avuti pochi e buona parte di questi provengono dal quartiere Romagna Mia, che ha impianti molto vecchi, divisi su tre condomini e con un sistema di regolazione non aggiornato. Ciò richiede maggiore attenzione da parte nostra ed è quello che facciamo dal punto di vista tecnico. In questi otto anni non abbiamo mai dato un giorno di disservizio e questo grazie alla fibra ottica che permette, se necessario, di spostare il calore da una zona all’altra senza problemi. Inoltre il teleriscaldamento, come afferma l’Arpa, ha diminuito di molto le emissioni inquinanti e con la biomassa la situazione migliorerà ulteriormente.

Ha accennato alla fibra ottica per far funzionare l’impianto. Ma la stessa fibra potrebbe essere utilizzata per portare la banda larga a Borgaro? Ci sono alcune richieste in tal senso da parte di un paio di società e ce ne stiamo occupando. Ricordo, però, che esiste una convenzione con il Comune di Borgaro in cui abbiamo dato la disponibilità all’accesso alla nostra fibra visto che utilizziamo pochissima banda. La città è completamente cablata e quindi c’è questa possibilità di ulteriori impieghi da parte di chi ne fosse interessato. Il nostro mestiere è un altro e quindi non ci interessa essere il driver di questa operazione.


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Giovanni D'Amelio