Mappano Comune: Baracco “Percorso difficile”, Gambino “Penso che deciderà il TAR”


1Nonostante i tavoli di discussione in Regione e in Città Metropolitana proseguono, tante sono le difficoltà che le parti stanno incontrando per l’effettiva nascita del nuovo ente.

di G. D’Amelio

Mappano – Man mano che si toccano gli aspetti amministrativi concreti per giungere ad una decisione condivisa tra le parti, più sembra che le cose si ingarbuglino e si complichino. Questo, almeno, è l’umore che abbiamo raccolto chiedendo aggiornamenti sulla questione Mappano Comune a Luca Baracco e Claudio Gambino, rispettivamente sindaci di Caselle e Borgaro. “I tavoli tecnici nati sul tema in Regione e in Città Metropolitana vanno avanti – spiega Baracco – ma le problematiche da risolvere sono tante e complicate e così si sta procedendo a piccoli passi cercando di approfondire il più possibile ogni singola criticità. Il percorso è difficile – aggiunge il primo cittadino casellese – perché i nodi maggiori da sciogliere sono legati al fatto che ogni Comune interessato (Borgaro, Caselle, Leinì e Settimo, ndr), ha un proprio sistema organizzativo, in molti casi difficile da uniformare con quello degli altri”.

Lo stesso concetto è stato espresso dal Sindaco borgarese Gambino, il quale ha comunicato un aspetto importante che sicuramente fa capire il livello di complessità della materia che si sta cercando di trattare. “Nelle settimane scorse abbiamo interpellato per una consulenza lo Studio Delfino&Partners, una società top che opera esclusivamente al servizio della pubblica amministrazione in ambito contabile, fiscale e gestionale, il quale però ha rinunciato all’incarico, nonostante un lauto compenso, per le troppe difficoltà ad armonizzare un sistema che non provochi scompensi amministrativi. Intanto il tempo passa – conclude Gambino – e la sentenza del TAR su Mappano Comune si avvicina (il pronunciamento del Tribunale amministrativo è atteso per il prossimo 16 giugno, ndr), e a questo punto penso che sul nuovo ente l’ultima parola la diranno proprio i giudici”.


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Giovanni D'Amelio