CASELLE –Si è svolto martedì 15 marzo il secondo dei quattro incontri della rassegna “Donne che cambiano”. Suor Clara Baron: “Se non posso portare i miei bimbi a farsi curare a Philadelphia, diventerò io Philadelphia”.
di Alessia Sette
Prosegue il programma “Donne che cambiano”, promosso dall’assessorato delle Pari Opportunità, che pone l’attenzione su diverse donne, con vissuti e testimonianze diversi, ma tutte con una grande determinazione e forza di non mollare mai. Martedì 15 Marzo. Alle ore 21, presso la sala consiliare di Palazzo Mosca si è svolto “Non solo due rotelle in più” il secondo dei quattro incontri previsti dalla rassegna. È stata una serata toccante, colma di momenti di riflessione su quali siano le difficoltà a cui vanno incontro alcune donne, ma anche con quanta forza riescano a rialzarsi, più forti di prima.
Inizialmente, ha preso parola la casellese Loredana Bagnato, che ha dato voce ai pensieri di Lina Cocco, una mamma forte con un figlio affetto da tetra-paresi spastica distonica, che tramite questa esperienza ha imparato a superare i limiti che solo la testa pone. A seguire, la stessa Lina Cocco ha testimoniato il suo vissuto, legato indissolubilmente a quella di suo marito Dino e quella del figlio Andrea. “I primi anni sono stati difficili, il solo nome della paralisi celebrale mi spaventava e pensavo che il monde mi sarebbe crollato addosso. Mi sono trovata a fare i conti con l’America, un nuovo mondo in cui ricostruire la mia piccola realtà per una nuova cura per nostro figlio, con il karma e il buddismo e con me stessa e quel mattone che mi portavo dentro da troppo tempo. Non sapevo più cosa volevo davvero, non avevo più sogni né cassetti, ma un giorno mi sono resa conto che il mio amore, mio figlio, ormai grande, sapeva andare avanti da solo, era forte. Allora ho aperto gli occhi, Andrea mi ha insegnato che i limiti sono solo nella nostra testa, che volere è potere, che non bisogna mollare e prendersela col destino (tesi di laurea di Andrea), bisogna scegliere e non solo subire. Ho avuto così la mia rivoluzione: dove scelgo di stare, il posto dove essere e felice di esserlo”. Parole forti, ricche di spunti per pensare e che hanno fatto scendere qualche lacrima tra il pubblico, che sì è trovato davanti a una realtà che spesso viene celata o poco raccontata.
A seguire la dottoressa Elisabetta Chiarot, specialista e consulente neurologa presso la Piccola Casa della Divina Provvidenza di Mappano, ha introdotto il delicato della sclerosi multipla, che colpisce sempre più donne tra i 20 e i 35 anni. “Fa paura pensare che una donna moderna, che conduce una vita normale, da un momento all’altro, inaspettatamente non potrà più considerare la stessa normale. La sclerosi multipla, infatti colpisce maggiormente il genere femminile. Le ragazze che vengono da noi, si trovano così immerse e stravolte dalla malattia, la quale mette in discussione la loro figura sociale e quella privata. Domande come ‘Potrò ancora usare la moto o scendere le scale? Potrò continuare ad essere la compagna del mio partner e avere un figlio?’ sono sempre maggiori, e noi con la nostra equipe diamo sostegno e forza, non si può mollare la presa”. Poi la dottoressa ha fatto proiettare un video su Sara Morganti, una donna di 40 anni che dall’età di 17 convive con la sclerosi multipla, ma che è diventata una cavallerizza italiana specializzata nel dressage e che ha partecipato alle Paraolimpiadi di Londra del 2012.
È toccato poi a Suor Clara Baron, prendere la parola, una donna di chiesa che ha scelto di diventare fisioterapista di pazienti con disabilità motoria e che con la sua massima “Se non posso portare i miei bimbi a farsi curare a Philadelphia, diventerò io Philadelphia”, ha raccontato la sua scelta, del perché ha voluto studiare fisioterapia e diventare un punto di riferimento per tantissimi pazienti.
A seguire è intervenuto il Sindaco Luca Baracco. “Sono grato e emozionato per questa serata. Si tratta di quattro incontri, con quattro contesti diversi, ma che hanno un filo conduttore: donne che si incontrano e si scontrano con diverse realtà, che cambiano nella storia , ma che sanno anche cambiare la propria storia”. In conclusione di serata, Loredana Bagnato ha consegnato a tutti i partecipanti un pezzo di corda, che rappresenta il legame che tiene uniti tutti, mentre l’assessore Angela Grimaldi ha mostrato un cortometraggio con protagonisti due bambini di cui uno affetto da disabilità, dal finale un po’ triste, ma che ha lasciato in ciascuno tanta speranza, perché solo facendo sinergia e credendoci, le cose riescono. Piero Ferroglia, artista e casellese dell’anno, ha omaggiato poi le ospiti con opere uniche da lui realizzate.
Il prossimo incontro è previsto per il 22 marzo, in cui verrà trattato il tema della discriminazione femminile e quello dell’immagine della donna nelle pubblicità con ospite Elena Rosa dell’associazione L’officina.