LA RIFLESSIONE – Noi non dobbiamo avere paura


Le continue minacce di attentati terroristici rivolte dall’Isis all’Italia stanno imponendo scelte di maggiori misure di sicurezza alle grandi città, Torino compresa. E a fine settembre a Venaria Reale c’è il G7.

di G. D’A.

Dopo la Spagna potrebbe toccare all’Italia? Stando alle minacce diffuse in questi giorni dai jihadisti sul loro canale di comunicazione Telegram parrebbe proprio di si. E a confermare la notizia ci ha pensato l’organizzazione Usa Site che monitora l’attività del sedicente Stato islamico sul web. Da qui l’ulteriore all’erta del Ministero dell’Interno che, insieme a diversi sindaci, prefetti e questori della penisola, sta valutando misure di maggiore protezione e di controllo da mettere in campo. Nel centro di Torino, come ampiamente annunciato dai media, si stanno installando una cinquantina di fioriere e una dozzina di new jersey per evitare eventuali sfondamenti da parte di furgoni e mezzi pesanti. Tuttavia, non è la prima volta che il nostro paese diventa oggetto di intimidazioni da parte dell’Isis, ma dopo l’ennesimo orrore scatenato dai terroristi a Barcellona la situazione impone a tutti la massima attenzione. Il lavoro di intelligence non si arresta per prevenire ogni tipo di attacco portato avanti dai cosiddetti “lupi solitari”.

OCCHI PUNTATI SU LA VENARIA E DINTORNI – In Italia sono tanti gli obiettivi sensibili a rischio attentati, ma un evento cruciale da tenere sott’occhio si svolgerà il prossimo mese proprio nella nostra zona. Parliamo del G7 sullo sviluppo economico e il lavoro che si svolgerà alla Reggia di Venaria Reale dal 26 al 30 settembre. L’attenzione mediatica dell’evento sarà alta, come elevato sarà il rischio di contestazioni da parte dei No Global, ma anche di ipotetiche azioni imprevedibili promosse dal califfato islamico, che potrebbero interessare l’intera zona che circonda la città Reale.

NON DOBBIAMO AVERE PAURA – Un grande evento porta con se anche molta attenzione sulle misure di sicurezza. Inoltre, la casistica parla chiaro: gli attentati avvengono dove meno te lo aspetti e difficilmente sono rivolti a manifestazioni che di per se hanno già un livello di controllo altissimo. Naturalmente c’è sempre un prezzo da pagare, e in questo caso il conto lo si salda soprattutto in termini di libertà di movimento e di tempo. E alla paura bisogna contrapporre il coraggio di trasformare questa iniziativa in un’opportunità per il territorio.


Commenti

commenti

Giovanni D'Amelio