Il 29 marzo c’è il Referendum anti casta


Sta per aprirsi la campagna elettorale sul voto che mira a ridurre il numero dei parlamentari di oltre un terzo. Non esiste quorum.

«Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale – n. 240 del 12 ottobre 2019?». E’ questo il quesito stampato sulla scheda che sarà consegnata domenica 29 marzo a coloro che si recheranno ai seggi per esprimere il proprio diritto di voto.

Si tratta di un referendum confermativo su una riforma “bandiera” del Movimento 5 Stelle che taglia di netto il numero dei parlamentari (da 630 a 400 alla Camera e da 315 a 200 al Senato), per un risparmio stimato di circa 57 milioni di euro, e dove non è previsto quorum: vincerà la maggioranza dei SI o dei NO qualsiasi percentuale di elettori andrà alle urne. E’ il quarto referendum costituzionale tenuto durante la storia della Repubblica, dopo quelli del 2001, del 2006 e del 2014. Nei tre precedenti, due volte la legge approvata dal Parlamento senza la maggioranza dei due terzi è stata respinta dagli elettori, una sola (la riforma del Titolo V della Carta) è stata approvata ed è diventata legge costituzionale.

Anche se ad oggi la vittoria dei SI sembra scontata, l’onda dei favorevoli va dai 5 Stelle alle destre e dal PD a Italia Viva, sembra che il fronte del NO si stia organizzando per dare battaglia nella campagna elettorale che si aprirà il prossimo venerdì, 28 febbraio.. Tra questi c’è il neo movimento delle Sardine che reputa ridicolo il risparmio della spesa pubblica, solo lo 0,007% del totale, e che sostiene che la Costituzione meno si tocca e meglio è.


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Giovanni D'Amelio