Abolizione reato abuso d’ufficio: il si dei sindaci, i ma dei giudici e dell’Europa


La riforma dell’esecutivo Meloni riceve, con distinguo, l’ok dell’ANCI e dei primi cittadini, anche della nostra zona, ma incassa i mugugni dei togati italiani e di Bruxelles.

dalla Redazione

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La riforma sulla Giustizia approvata pochi giorni fa dal Consiglio dei Ministri, tra le altre cose prevede la cancellazione del reato di abuso d’ufficio. Regolato dall’articolo 323 del codice penale, vi incorre, rischiando da uno a quattro anni di reclusione, il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che “omette di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto” in modo da procurarsi o procurare ad altri “un ingiusto vantaggio patrimoniale” oppure danneggia l’interesse di altri. Un reato che nel 2021 ha comportato 4.745 iscrizioni nel registro degli indagati e solo 18 le condanne in primo grado.

Da qui la presa di posizione dell’ANCI, l’associazione nazionale comuni italiani, che da anni chiede un cambio della regola, che vede sempre più compiti a carico dei primi cittadini in un contesto di riduzione di risorse umane e finanziarie. Senza dimenticare le tantissime norme del nostro ordinamento giuridico spesso confuse e contraddittorie. L’ANCI non chiede impunità, ma all’opposto che il ruolo dell’amministratore locale torni a essere una missione attraente per tante persone oneste e competenti che oggi purtroppo la temono.

Una posizione sposata in pieno dal Sindaco di Borgaro Claudio Gambino. “Sono estremamente favorevole all’abolizione di questo reato – afferma – perché per molti miei colleghi ha voluto dire indagini, processi, e qualche volta condanne solo per aver fatto gli interessi delle loro città. Spesso rischiamo di ricevere avvisi di garanzia – aggiunge – non per malaffare o malagestione, ma solo perché si cerca di accelerare i tempi di inervento per risolvere problemi che richiedono risposte immediate, tipo terremoti o nubifragi, e che all’opposto portato a indagini, avvocati, spese e preoccupazioni solo per avere svolto il proprio lavoro”. Più cauto il primo cittadino di Mappano, Francesco Grassi. “Eliminare l’abuso d’ufficio – sostiene brevemente – porterebbe ad un pizzico di teorica serenità in più per chi ricopre un ruolo molto esposto a livello di responsabilità“.

Sta di fatto, però, che non tutti sono favorevoli a questa abolizione. Per molti magistrati, infatti, procedere su questa via darebbe il via libera a tanti faccendieri che sfrutterebbero i possibili vuoti di responsabilità che si verranno sicuramente a creare. Critiche arrivano anche dall‘Europa, che, dopo lo scandalo Qatargate, ha chiesto agli stati membri di inasprire le pene sulla corruzione e definire il reato d’abuso d’ufficio nel pubblico impiego come “l’omesso compimento di un atto da parte di un pubblico ufficiale, in violazione di legge, per ottenere un debito vantaggio”.

L’opposto di quanto stabilisce l’esecutivo Meloni.


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Giovanni D'Amelio