Un pensiero a chi apprezza l’atmosfera gioiosa del periodo quando sono fuori casa, ma che quando si ritrovano tra le mura domestiche sentono una certa tristezza che gli riempie il cuore.

di Giada Rapa, direttrice responsabile di sullascia.net
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Arrivata a 36 anni di vita, posso affermarlo con una certa sicurezza: il Natale non è decisamente la mia festa. Non che odi le festività collegate, anzi. Adoro vedere le luci sfavillanti che invadono le vie delle città. Sono sempre stata affascinata dai colori, anche quando da adolescente mi vestivo prevalentemente di nero, e soprattutto amo ricercare regali per le persone a me care.
Eppure, il Natale non è la mia festa. C’è sempre qualcosa che mi rende malinconica, come una sorta di tristezza che mi avvolge man mano che si avvicina il 25 dicembre e prosegue fino alla fine dell’anno. A volte mi sento strana, mi sembra di essere l’unica a sentirsi in questo modo, anche se so che non è così. Perciò voglio dedicare questo editoriale a tutte quelle persone che si sentono come me. A coloro che apprezzano le luci, l’atmosfera gioiosa del periodo, l’odore della cioccolata calda e del vin brulè che si diffonde nell’aria e le melodie degli zampognari quando sono fuori casa, ma che quando si ritrovano tra le mura domestiche sentono questa tristezza che gli riempie il cuore, Desiderando soltanto che le festività finiscano al più presto, per tornare alla quotidianità della vita, per smettere di vedere tutte quelle pubblicità natalizie piene di parenti e sorrisi e atti di gentilezza, perché, spesso, la realtà non è così. Le feste in particolare ti ricordano ciò che non hai più o che non potrai mai avere: un amico perduto, un marito o una moglie che sono venuti a mancare, un figlio strappato prematuramente alla vita, un figlio che vorresti tanto per completare la tua famiglia, ma che sai che non potrai mai stringere tra le braccia.
A tutti loro voglio dire: non siete soli. E a voi in particolare voglio augurare Buon Natale, nella speranza di nuovo anno che vi possa portare la guarigione o quantomeno il sollievo dalle ferite che vi portate nel cuore.