NutriAid e il progetto Butterfly Effect, per riflettere sul fenomeno dei cambiamenti climatici


Promosso dalla ONG guidata dal pediatra borgarese Bellando, l’intervento mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sugli effetti della desertificazione e sulla diminuzione delle disponibilità d’acqua e di terre coltivabili.

di Giada Rapa

Nella giornata di venerdì 28 giugno, presso la Pinacolteca Albertina di Torino, si è svolto l’appuntamento spin-off del Migranti Film Festival 2019 “Sulle Rotte di Cibi e Persone”, rassegna cinematografica internazionale organizzata dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo in collaborazione con Slow Food.

L’evento è stato l’occasione per NutriAid di presentare il progetto Butterfly Effect – Sensitive Dependencies, finanziato attraverso il COP Consorzio Ong Piemontesi da Frame, Voice, Report! con il contributo dell’Unione Europea, al fine di affrontare le problematiche ambientali. Il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo? Ovvero, le scelte di oggi possono influenzare non soltanto il nostro futuro? Attraverso le immagini del documentario “Contro Coltura” di Luca Puzzangara e del documentario VR 360° “Senegal Detour” di Stefano Sburlati, possiamo scoprire che la risposta è sì. Il fenomeno del surriscaldamento globale, infatti, comporta un aumento della desertificazione, responsabile a sua volta della diminuzione della disponibilità d’acqua e di terre coltivabili. “Per capire il fenomeno del cambiamento climatico basterebbe aprire le finestre” ha scherzato il pediatra borgarese Costanzo Bellando, ringraziando i presenti per essere intervenuti nonostante il grande caldo della giornata. Bellando, Presidente di NutriAid Italia, ha parlato del fenomeno in relazione al problema della malnutrizione. “Da più di 20 anni NutriAid si occupa del fenomeno della malnutrizione. Dopo anni di miglioramento, stiamo purtroppo ritornati alla condizione di 10 anni fa”.

I presenti hanno poi preso visione di Contro Coltura, reportage realizzato a nord del Senegal, nel cuore del Sahel, dove gli agricoltori della zona soffrono più di altri gli effetti dei cambiamenti climatici. Molti braccianti sono stagionali: in pochi riescono a sopravvivere con il solo lavoro nei campi, e quelli che non possono fuggire a Dakar o in Europa si impegnano a trovare un’altra occupazione. Un racconto che prosegue a Casamance, dove gli agricoltori stanno cercando di mitigare gli aspetti del surriscaldamento globale coltivando il fonio, cereale vecchio di 5.000 anni, altamente nutritivo e che necessita di poca acqua per crescere. Su questo tema anche il documentario “Senegal Detour”, che ha permesso ai partecipanti di immergersi davvero nella realtà dei coltivatori senegalesi, attraverso riprese video VR 360° 2 D.


Commenti

commenti