Borgaro: centri estivi per i bambini, il Comune sta valutando se farli o meno


Il Sindaco Gambino ha affermato che l’amministrazione vorrebbe dare il via libera, ma il vero problema sono i costi legati al servizio e le regole stringenti dettate dai protocolli di sicurezza.

di G. D’. A.

L’ultimo Decreto firmato dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dà il via libera all’organizzazione dei centri estivi per i bambini, con almeno tre anni, a partire dal prossimo 15 giugno. Ora la parola passa alle Regioni, che possono decidere di anticipare o posticipare questo termine, a seconda della situazione epidemiologica del territorio, dettando eventualmente ulteriori regole, e poi naturalmente ai comuni, realizzatori materiali di questo servizio.

“Il vero nodo da sciogliere – spiega il Sindaco di Borgaro, Claudio Gambino, – sono i costi, alla luce delle nuove disposizioni imposte dal Governo. Il rapporto tra il numero di operatori necessari in base a quello dei bambini iscritti farà lievitare la spesa alla voce personale. Senza dimenticare poi tutte le operazioni di sanificazione e igienizzazione quotidiana per rendere gli ambienti sicuri. Ricordo che ogni anno ai centri partecipano centinaia di bambini e ragazzi e che la retta pro capite è pagata in parte dal Comune, ma soprattutto dalle famiglie. In queste ore, stiamo quindi valutando la fattibilità, e a breve decideremo se organizzare il servizio o meno e partire con laccettazione delle domande“.

LE REGOLE PER L’APERTURA DEI CENTRI ESTIVI – I centri dovranno garantire ai piccoli la massima sicurezza, basandosi su rigide norme dettate dal DPCM sulle riaperture. Nell’allegato corrispondente, il Decreto ricorda che i centri estivi partiranno da giugno per i bambini con almeno tre anni d’età. Tutte le attività si dovranno svolgere in presenza degli operatori, nelle sedi che sono quelle dei servizi educativi per l’infanzia e nelle scuole. Per accedere a questi spazi bisognerà seguire una serie di regole e permettere le iscrizioni dando dei criteri di priorità d’accesso: deve essere formata una graduatoria che avvantaggi chi ha più bisogno (in primis i bambini con disabilità, poi i nuclei familiari con situazioni di maggiore fragilità, e a seguire le famiglie la cui cura dei piccoli è difficilmente compatibile con il lavoro dei genitori), Gli ingressi nei centri devono essere scaglionati, verificando la temperatura dei bambini. I piccoli dovranno lavarsi spesso le mani, non toccarsi il viso e stare ad almeno un metro dai compagni. Stesse procedure anche per gli operatori, i quali dovranno pulire le superfici degli arredi, arieggiare i locali e indossare le mascherine nei casi di contatto ravvicinato con i bimbi.

PICCOLI GRUPPI, FASCE D’ETA’ E NUMERO DI OPERATORI – I bimbi verranno suddivisi in piccoli gruppi, diversificati per fasce d’età. In base alla loro età il DPCM determina il rapporto minimo tra operatori e bambini: per chi ha tra i 3 e i 5 anni, il rapporto deve essere di un operatore ogni 5 bambini; dai 6 agli 11 anni un operatore ogni 7 bambini; dai 12 ai 17 anni un operatore ogni dieci ragazzi.


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Giovanni D'Amelio