Artissima al Pertini di Caselle: l’area ritiro bagagli diventa uno spazio espositivo


L’artista tedesco Thomas Bayrle, con il progetto Flying Home, svela i meccanismi di costruzione della sua mastodontica opera Flugzeug del 1984, un aereo fatto da un milione di piccoli aerei su una superficie di 96 metri quadrati. Prenotazioni da oggi 2 novembre.

2Caselle – Artissima, l’Internazionale d’Arte Contemporanea, in occasione dell’edizione 2016 (4 -6 novembre, Oval Lingotto, Torino) presenta Flying Home, un progetto collaterale inedito, appositamente concepito per la città, realizzato in collaborazione con l’aeroporto Sandro Pertini e curato da Sarah Cosulich. Lo scalo, infatti, si presenta per la prima volta come partner impegnato nella progettazione di un’iniziativa di produzione artistica, accogliendo la sfida di Artissima di sperimentare modelli nuovi e contaminare luoghi inaspettati e pubblici diversi. Ospite dell’evento sarà il grande artista tedesco Thomas Bayrle che proporrà un’opera specifica per l’aeroporto casellese, trasformando l’area ritiro bagagli in un inaspettato e stimolante spazio espositivo denso di messaggi. Per la prima volta Bayrle metterà in luce la complessa elaborazione manuale della sua famosa opera Flugzeug del 1984, svelando il backstage di lavorazione.

Vayle e Cosulich

Thomas Bayrle e Sarah Cosulich

Flying Home sarà visitabile gratuitamente anche dai non viaggiatori, per i quali è stato pensato un calendario di appuntamenti speciali consultabile sul sito di Artissima. Le visite aperte avranno inizio sabato 12 novembre, per poi ripetersi ogni mercoledì e sabato alle ore 10 e alle ore 10.30 (fino al 28 maggio 2017). Per partecipare è necessario iscriversi preventivamente sul sito www.aeroportoditorino.it a partire da oggi, mercoledì 2 novembre. Per motivi di sicurezza solo i visitatori prenotati e muniti di un documento d’identità valido potranno partecipare.

THOMAS BAYRLE – Nato a Berlino nel 1937, è considerato il pioniere del movimento Pop tedesco. Anticipatore del linguaggio digitale prima che questo potesse essere immaginato, l’artista tedesco ha costruito fin dagli anni Sessanta immagini totali attraverso l’utilizzo della stessa immagine (o di piccole immagini correlate) ripetute infinitamente come tante unità di un unico ideale insieme.


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Giovanni D'Amelio