Caselle: una serata per riflettere sulla nuova Riforma Costituzionale del governo Meloni


Le proposte contenute dal disegno di legge Casellati sono state oggetto di discussione con l’avvocato Francesca Paruzzo e il Vicepresidente dell’ANPI Provinciale Francesco Aceti.

di Giada Rapa

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Si è chiuso con un appuntamento di forte attualità il ciclo di incontri promosso dall’ANPI Caselle – Mappano Sezione “Santina Gregoris”. “Un programma intenso, portato avanti con fatica – ha affermato la Presidente Giusy Chieregatti – ma con grande impegno, ripagato da coloro che hanno partecipato e che ringrazio anche in questa occasione”. Un ultimo incontro – dicevamo – che, moderato dalla giornalista Nadia Bergamini, è andato a toccare un argomento ultimamente molto dibattuto: quello della Riforma Costituzionale avanzata dal governo Meloni, così come indicato nel disegno di legge Casellati. E che, tra i presenti ha creato confronto e dibattito.

A illustrare nel dettaglio gli articoli maggiormente critici del DDL, ovvero il n° 3 e il n° 4, è stata Francesca Paruzzo, avvocato e Ricercatrice di Diritto Costituzionale dell’Università degli Studi di Torino. Prima, però, è stato necessario ripercorrere la storia della nascita della nostra Costituzione. “Capire le ragioni storiche ci aiuta a comprendere l’attualità” ha sottolineato Paruzzo, ricordando che il senso di ogni Costituzione è quello di “individuare limiti al potere in modo tale che non possa diventare assoluto”. “Tanto meglio funzionano i vincoli, tanto più infastidiscono il potere ed è per questo che devono essere tutelati. Cambiare le regole del gioco vuol dire cambiare com’è strutturato il sistema: se iniziamo ad allentare vincoli, non c’è nessuna garanzia che la dittatura non possa prima o poi arrivare” ha continuato l’avvocata, ricordando che il potere assoluto – come insegna la storia – non arriva mai da un momento all’altro, ma prepara il campo a poco a poco. Tra i punti nodali della Riforma, l’inserimento del premio di maggioranza al 55% all’interno della Costituzione – senza però definire una soglia minima di percentuale di voto – e l’impossibilità, per i cinque anni previsti, di modificare il programma politico, senza tenere conto dei condizionamenti esterni che potrebbero rendere necessario un cambiamento delle priorità.

Impossibile quindi, come affermato dal sindaco Giuseppe Marsaglia, non esternate timore per quanto proposto, “che dà segnali importanti di preoccupazione”. Tirando anche le orecchie ai giovani, forse poco attenti a questo tema perché lontani dalla realtà del dopoguerra.  “In realtà – ha sottolineato Francesco Aceti, vicepresidente dell’ANPI Provinciale – si conosce poco la Costituzione. È problema legato alla nostra Nazione, giovane e differenziata, ma proviene anche dal mondo scolastico, dove l’eduzione civica per lungo tempo è scomparsa, salvo poi tornare in tempi recenti con 33 ore trasversali. Senza contare che gli anni ’90 hanno portato verso l’individualismo, con conseguente abbandono del sociale e di un certo tipo di fare politica. La politica di oggi non dialoga con il cittadino”.


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