Presso la Biblioteca del CIM il giovane scrittore chivassese Fabrizio Buonamassa è stato protagonista della serata di ieri, giovedì 2 marzo. Per raccontare il suo libro, ma anche se stesso.
di Giada Rapa
Mappano – Una serata per raccontare non solo un libro, ma anche un autore. Ieri, giovedì 2 marzo, presso la Biblioteca del CIM di piazza Don Amerano si è tenuta la presentazione dello scrittore 25enne Fabrizio Buonamassa e del suo primo romanzo, “I Ragazzi di Virmarone”. Un’opera che è passata dall’auto-pubblicazione sul sito www.ilmiolibro.it, alla versione cartacea grazie alla Casa Editrice La Caravella.
“Molti pensano che il lavoro più difficile sia la stesura del romanzo, ma in realtà c’è un lavoro immenso anche dopo la pubblicazione, quando occorre iniziare a farlo conoscere” ha raccontato il giovane, laureato da circa un anno in giurisprudenza e con la passione per la scrittura. “Durante il percorso si ricevono tante batoste e porte in faccia, ma anche belle opportunità, come questo incontro alla Biblioteca di Mappano”. Nel corso della serata Buonamassa ha anche parlato della sua esperienza nel far nascere “I Ragazzi di Virmarone”. “È un libro che è stato scritto durante gli anni dell’università dove, soprattutto il giorno prima di affrontare un esame vivevo un momento di grande creatività. Se volete scrivere qualcosa vi consiglio di cercarvi una scadenza, vi verranno le idee migliori” ha scherzato l’autore.
Ma cosa dire dell’opera? Innanzitutto che Virmatone è un posto che non esiste, ma il cui nome è stato scelto per dare l’idea di un ambiente bucolico, in contrapposizione con quello della città a cui i ragazzi anelano, ma che scoprono essere molto diverso da quanto immaginato. Un romanzo in cui il legittimo potere politico, quello economico e quello religioso si scontrano cercando di prevaricare l’uno sull’altro. Un intreccio di storie con un finale che potrebbe lasciare uno spiraglio a un seguito, che però al momento Buonamassa esclude. “Non amo particolarmente le saghe, anche se il fatto che la gente richieda la continuazione del romanzo è un segnale positivo. Spero, con il mio libro, di lasciare un segno in coloro che lo leggono”.