“Giallo” sulla morte di Massimiliano Resta: un auto gli avrebbe tagliato la strada


Dalle indagini di Studio 3A, il 38enne ex casellese non sarebbe caduto dalla moto per una fuoriuscita autonoma. I familiari presentano un esposto in Procura e lanciano un appello ai testimoni.

Massimiliano Resta

Com’è morto veramente Massimiliano Resta? La sua è stata una fuoriuscita autonoma, come riportato negli atti di indagine, o la dinamica dell’incidente è un’altra?. Questa è la domanda che in queste ore i familiari del giovane pongono alla Procura di Ivrea, con un esposto e contestuale richiesta di opportuni accertamenti, alla luce delle importanti novità emerse dalle indagini svolte da Studio 3A, la società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità civili e penali, a tutela dei diritti dei cittadini, a cui i congiunti di Resta si sono rivolti per fare piena luce sui fatti avvenuti il 27 maggio scorso sulla Strada provinciale di Chivasso.. Novità che raccontano un’altra verità sin qui accertata. Perciò la vedova lancia anche un appello rivolto in primis ai due occupanti del furgone che seguiva suo marito, i quali hanno assistito alla tragica scena e potrebbero fornire ulteriori elementi preziosi per ricostruire l’effettiva dinamica del sinistro.

Una dinamica che, stando alla ricostruzione operata dagli agenti della Polizia Stradale, si è fino ad ora basata sulle parole di un automobilista che parla di caduta autonoma di Resta. Ma ora spunta questa indagine di Studio 3A e soprattutto spunta un altro testimone che afferma che a Resta sarebbe invece stata tagliata la strada, facendolo sbandare e cadere. Per questo, la moglie e la mamma della vittima, ieri, mercoledì 21 dicembre, hanno presentato un esposto in Procura a Ivrea, chiedendo di effettuare gli opportuni approfondimenti in merito a questi nuovi elementi. A tal fine, risulterebbe decisivo acquisire anche la versione dei fatti dei due giovani a bordo del furgone bianco, verosimilmente un Fiat Ducato, che seguiva il motociclo di Resta. I due testimoni, e chiunque avesse informazioni utili, oltre alla Polizia stradale di Torino, può contattare direttamente anche Studio 3A al numero verde 800 09 02 10.


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Giovanni D'Amelio