Il mercoledì 15 marzo si è celebrato la giornata nazionale del fiocchetto lilla, istituita nel 2012 per sensibilizzare la popolazione su un fenomeno in crescita soprattutto tra i giovani e le donne.

di Davide Di Giovanni, Psicologo e Direttore dello studio Life & Mind Psicologia di Mappano
I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono patologie complesse caratterizzate da un disfunzionale comportamento alimentare, un’eccessiva preoccupazione per il peso con alterata percezione dell’immagine corporea. Ma quali sono questi disturbi? Vediamoli brevemente.
La Pica: consiste nel mangiare, in modo persistente, alimenti non nutritivi ossia materiali non alimentari. Può essere diagnosticata in bambini con un’età superiore ai 2 anni in quanto quelli più piccoli hanno l’abitudine a mettere in bocca anche oggetti non commestibili per esplorare la loro consistenza, ma può insorgere anche nelle donne in gravidanza o negli adulti. I materiali maggiormente consumati sono la carta, l’argilla, la sporcizia, i capelli, la lana.
Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo: le persone che ne soffrono mangiano molto poco o evitano di consumare determinati alimenti. Il consumo può essere talmente ridotto da determinare una considerevole perdita di peso e le carenze nutrizionali, in certi casi, possono arrivare a mettere a rischio la vita del soggetto. Tutto ciò comporta, per l’individuo, difficoltà notevoli a partecipare a tutte quelle attività sociali che prevedano il consumare pasti insieme ad altre persone.
Anoressia nervosa: è un grave disturbo che comporta un’eccessiva perdita di peso, la paura di ingrassare e una visione distorta della propria immagine corporea. Ciò fa sì che la persona non si alimenti in maniera adeguata fino a sviluppare una serie di problematiche legate alla carenza di cibo: danni permanenti a molti organi interni, insufficienza renale, problematiche al sistema nervoso, interruzione del ciclo mestruale nelle donne. A livello psicologico, l’anoressia può comportare depressione, ansia, sbalzi di umore, isolamento.
Bulimia nervosa: consiste in grandi abbuffate di cibo, seguiti da vergogna, senso di colpa e da comportamenti anomali, che hanno l’obiettivo di “neutralizzare” l’apporto calorico di quanto ingerito. Tra questi, i più frequenti sono il vomito autoindotto, l’assunzione impropria di lassativi e diuretici, l’adozione di un dieta restrittiva e l’esercizio fisico estremo.
Disturbo da binge-eating: prevede ricorrenti episodi di abbuffata che consistono nel mangiare, in un determinato periodo di tempo, una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte degli individui mangerebbe nello stesso tempo. Ciò comporta la sensazione di perdere il controllo, sebbene, l’abbuffata, non sia associata alla messa in atto di condotte compensatorie come nella bulimia nervosa.
Come si curano? Per trattare questi disturbi è indicato un intervento multidisciplinare: il paziente viene supportato da psicologo, dietista e altre figure mediche, a seconda dei casi. Nei soggetti più gravi è consigliato il trattamento in strutture dedicate o in ospedale.