La storia di Borgaro raccontata da Giancarlo Colombatto


L’architetto casellese ha presentato la seconda edizione del libro “Borgaro: origini e storia del suo territorio”. Un’opera ricca di dettagli storici e di curiosità.

di Giada Rapa

La storia di Borgaro appassiona i suoi cittadini. Lo ha dimostrato la serata di giovedì 13 febbraio, con la Sala Conferenze di Cascina Nuova gremita di persone per ascoltare la presentazione del volume “Borgaro: origini e storia del suo territorio”, curato dall’ingegnere casellese Giancarlo Colombatto.

Una storia nella storia, perché anche il racconto della nascita di questo volume, giunto alla sua seconda edizione, è piuttosto lungo e complesso. Come ha spiegato l’assessore alla cultura Eugenio Bertuol, infatti, già nel 1991 era stata approvata una delibera per permettere l’accesso presso l’Archivio Storico del Comune proprio per poter raccogliere in un libro la storia di Borgaro. Una decisione presa soprattutto grazie all’iniziativa dell’Unitre locale che, nata nel 1989 in quegli anni ha organizzato diverse lezioni di storia del territorio e che si è sempre impegnata affinché l’idea di un libro su Borgaro diventasse un impegno concreto. Una prima edizione è infatti arrivata nel 2004, ma le 400 copie realizzate sono presto andate a ruba. Nel 2018 è poi stata l’associazione piemontese La Roa, in particolare nella persona della presidentessa Angela Tapparo, a parlare al Sindaco Claudio Gambino dell’opera proponendo una ristampa.

Dettagli, aneddoti e curiosità di “Borgaro: origini e storia del suo territorio”, sono state raccontate da Colombatto, intervistato per l’occasione dal docente universitario Matteo Stefani. “La memoria deve essere lavorata per diventare storia ed è proprio quello che si è fatto in questo volume” ha esordito il giovane studioso borgarese, andando a sottolineare il minuzioso lavoro di ricerca, grazie anche a molte fonti ritrovate presso l’archivio dell’Opera Pia Barolo. Durante la serata anche il pubblico presente è stato coinvolto, attraverso la visione di molteplici immagini come quella di una torre abbattuta negli anni ’70 o quella di un affresco raffigurante l’ostensione della Sindone -risalente probabilmente al 1683- che in diversi hanno ricordato.

A concludere la serata è stata l’associazione La Roa, con una poesia riguardante la bialera della Conceria e ricordando gli appuntamenti del Corso di Cultura Piemontese che partirà venerdì 21 febbraio.


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