Mappano: il fascino di Napoli raccontato da Mario Busatto in una conferenza “archeo-turistica”


Il Direttore organizzativo del Gruppo Archeologico Torinese ha presieduto ad un incontro organizzato al CIM per parlare delle bellezze del capoluogo campano, passando per Pompei, Ercolano e Castellamare di Stabia, fino a giungere ai Campi Flegrei.

di Giada Rapa

Mappano – Napoli e le bellezze storiche della regione Campania sono state oggetto di un’emozionante “conferenza di archeo-turismo” così com’è stata definita dal direttore organizzativo del GAT –  Gruppo Archeologico Torinese – Mario Busatto. L’incontro è iniziata proprio parlando dal capoluogo, focalizzandosi soprattutto sulle antichità di maggiore interesse, quasi tutte concentrate sulla “Spaccanapoli”, una delle vie più importanti della città, che divide la parte settentrionale da quella meridionale. Tantissime le curiosità proposte da Busatto, partendo dalla chiesa del Gesù Nuovo. “Costruita nel XV secolo abbattendo il Palazzo di San Severino, conservandone però la facciata, questa chiesa risulta particolarmente curiosa poiché costruita con pietre in bugnato forte. Alcune di queste hanno delle incisioni e alcuni sostengono che si tratti di uno spartito musicale segreto, ma si tratta di una leggenda”. Il “viaggio” è proseguito con le mura greche di Piazza Bellini, il Conservatorio di Musica San Pietro a Majella, la chiesa di San Domenica Maggiore al cui interno si possono trovare fantastici affreschi del pittore Pietro Cavallini. Ma anche Piazza Nilo, dove una statua eretta da immigrati egiziani all’epoca romana si trova di fronte a un bar con un altarino dedicato a Diego Armando Maradona e la Cappella di San Severo, che accoglie una delle statue più famose, quella del Cristo Velato. E tra le antichità c’è stato anche spazio per un’immagine moderna, ovvero quella della Metropolitana di via Toledo, considerata “la più bella d’Europa”, dove domina il colore azzurro a richiamare le profondità marine del Golfo di Napoli.

Da Napoli il tour è proseguito a Pompei e a Castellammare di Stabia, giungendo poi a Boscoreale. “Una località stranamente poco nota, sede di circa 300 ville di otium che purtroppo non sono visitabili. Tra queste quella appartenente a Publio Fannio Sinistore, i cui affreschi sono oggi conservati al Metropolitan Museum”. Si è poi parlato di Oplontis – Torre Annunziata – sede della villa di Poppea e di Ercolano. “Quest’ultima è una località che amo particolarmente – ha sottolineato Busatto – poiché non è immersa nella folla e all’epoca dell’eruzione non è stata sommersa da cenere e lapilli. La zona è infatti stata sommersa da un mare di fango in seguito a quello che oggi chiamiamo tsunami”. Non potevano mancare i Campi Flegrei. “Una zona è ad altissimo rischio. Da 12 anni infatti, continua in maniera costante il fenomeno del bradisisma, che sta sommergendo moltissimi reperti”. Busatto ha mostrato l’Anfiteatro di Pozzuoli, terzo per capienza solo a quello di Roma e di Capua, e la Parrocchia di San Procolo, “costruita utilizzando un tempio romano di cui ancora si vedono le colonne”. L’attenzione si è poi spostata sulla stupenda località di Baia, che ospita il Castello Aragonese con all’interno il Museo dei Campi Flegrei. “Un museo bellissimo, ma tristemente vuoto” ha commentato Busatto. Si è poi passati presso il Lago di Averno, “inquietante e pauroso” e a Cuma, località famosa per la presenza della Sibilla. Il tour si è concluso nuovamente a Napoli, presso il Museo Archeologico Nazionale, “probabilmente il migliore del mondo”.


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