LA RIFLESSIONE – Legambiente lancia l’allarme smog:: “Il blocco dei diesel Euro3 non più rinviabile”


Nell mese di gennaio appena trascorso, il Piemonte ha fatto registrare i peggiori livelli di inquinamento degli ultimi anni. Lo denuncia in un rapporto l’associazione ambientalista. Continui gli sforamenti dei valori consentiti delle polveri sottili nell’aria anche nella nostra zona.

di G. D’Amelio

“I dati di inizio 2017 non lasciano spazio ad interpretazioni: siamo di fronte ai peggiori livelli di smog degli ultimi 4 anni. Le famigerate polveri sottili e ultra sottili, PM10 e PM2.5, hanno raggiunto nei capoluoghi piemontesi valori non solo oltre i limiti di legge ma superiori anche di due o tre volte”. Si apre così il comunicato diramato nei giorni scorsi da Legambiente Piemonte-Valle d’Aosta che accompagna una relazione impietosa sullo stato dell’aria che respiriamo quotidianamente. A Torino, il quartiere Madonna di Campagna detiene i valori peggiori dell’intero capoluogo: la centralina Arpa che ha fatto registrare  le peggiori prestazioni per le PM10 è infatti Grassi, quella posizionata all’incrocio tra via Reiss Romoli e via Veronese, con 26 superamenti giornalieri, consumando così in appena un mese i due terzi del bonus annuale di 35 giornate previsto per legge. Nella zona nord del torinese le cose non vanno tanto meglio. A Borgaro, Caselle, Leinì, fino a Cirié, costanti sono stati nelle settimane scorse i superamenti dei valori limite di inquinamento dell’aria registrati dall’Arpa, che almeno a Borgaro e Leinì, gli unici due comuni del territorio che hanno firmato il Protocollo Operativo per l’Attuazione di Misure Urgenti Antismog, ha previsto in alcuni periodi il blocco della circolazione per alcune categorie di veicoli. In questi giorni, grazie alle piogge, i valori delle polveri sottili sono diminuiti, ma già da oggi le previsioni di calcolo vedono un graduale peggioramento della situazione e il rischio per Borgaro di superare per l’ennesima volta i 50 mg/mc di media giornaliera consentiti.

I SUGGERIMENTI DI LEGAMBIENTE – Secondo l’associazione i i valori registrati non fanno altro che confermare l’urgenza di importanti politiche antismog su cui Regione e comuni non possono più prendere tempo e che devono essere inserite nel nuovo Piano antismog regionale che dovrebbe essere pronto per la prossima primavera.. E il primo colpevole della mal’aria è il traffico stradale. “Il blocco generalizzato dei diesel Euro3 – sostiene Legambiente – non è più rinviabile e deve essere solo il primo di una serie di provvedimenti che puntino ad una forte riduzione del traffico privato nei centri urbani, che vada oltre le categorie d’omologazione delle auto, e che sappia offrire alternative competitive nel trasporto pubblico e nella mobilità non motorizzata”. E per reperire risorse economiche da impiegare su questa linea, per l’associazione è necessario istituire zone a pedaggio urbano e aumentare le tariffe sulla sosta. Inoltre, “per tornare a respirare” serve creare nelle città nuovi spazi verdi e piantumare di nuovi alberi, lungo le strade “ma anche sugli edifici e sui tetti perché le alberate svolgono un’altra funzione importante: riparano gli edifici dal calore e dal freddo con un risparmio stimato del 10% dell’energia necessaria per regolare la temperatura di un edificio e quindi di emissioni”.


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Giovanni D'Amelio